play pause ON AIR
UnknownNEU RADIO

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - Ospite Nicolò Pozzoli di Record Kicks (2 Marzo 2024)

Festeggiamo a Indi(e)pendenze i venti anni di pubblicazioni della label milanese Record Kicks con il suo A&R Nicolò Pozzoli, alla scoperta di Michelle David & The True Tones e The Tibbs dall’Olanda, la fantastica versione di “Beggin” opera dei Diasonics e i magnifici The Sextones, con Curtis Mayfield nel cuore. Immancabili anche Calibro 35 e nuovi album 2024 selezionati da Matteo come “What Now” di Brittany Howard e “Shades Of Yesterday” di Dj Harrison.

Tutte le settimane, all’interno di Portico, i nostri redattori musicali selezionano una novità discografica che li ha particolarmente colpiti.

Ecco il riassunto dei dischi del cuore di NEU RADIO di marzo.

Leggi le recensioni e ascolta il podcast per scoprire direttamente dalla loro voce la recensione e gustare un brano del disco.

Luca Garuffi - Stagione Zero

Jahari Massamba Unit - YHWH is LOVE

Il disco della settimana è l'album dal titolo impronunciabile YHWH is LOVE, appena uscito (1 marzo) su Law of Rhythm, firmato dal super progetto Jahari Massamba Unit, composto da due veri mostri sacri: il producer, beatmaker, polistrumentista, campione dei campionatori Madlib e il batterista e beatmaker Karriem Riggins. L'album scorre fluido e magicamente suadente dalla prima all'ultima delle sue 14 tracce, in un alternarsi di riferimenti che strizzano l'occhio a 360 gradi alla black music: dal jazz, alle musiche sudamericane, dal funk soul ai beat. I campionamenti che hanno reso Madib leggendario sembrano accantonati in questo progetto, che spesso ricorda l'altro suo alter ego jazzy: Yesterday's New Quintet, progetto nel quale infatti Karriem spesso compare alla batteria. Best tracks a mio parere: Stomping Gamay e Karriem's Bolero.

Ogni sabato in diretta dalle 12.00 alle 13.00 su www.neuradio.it, va in onda Indi(e)pendenze, un programma a cura di Matteo Maioli, come contenuto esclusivo per lo streaming in collaborazione con gli amici riminesi di Radio Casotto.

Se te lo sei perso, clicca sul titolo per ascoltare le puntate andate in onda a febbraio!

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - Esclusiva Matt Gray (3 Febbraio 2024)

A Indi(e)pendenze ospitiamo Matteo Cincopan, cantautore e chitarrista bolognese titolare di progetti come Le Frequenze di Tesla e ultimamente Matt Gray di cui presentiamo l’EP “Already Naked” uscito per Locomotiva. In scaletta anche gli imprescindibili Wilco e Paul Weller, oltre a novità da Ty Segall, Liam Gallagher & John Squire e The Umbrellas.

Indi(e)pendenze meets Kalporz - Gennaio/Febbraio 2024 (17 febbraio 24)

Riparte la liaison tra Indi(e)pendenze e la webzine musicale Kalporz: nella prima edizione del 2024 abbiamo ospite Giuseppe Gualtieri, che oltre a collaborare con il sito gestisce l’A&R per la milanese Needa Records. In scaletta gli ottimi nuovi singoli di Four Tet e Justice feat. Tame Impala, gli esordi di Tapir! e Junodream e graditi ritorni, da Laetitia Sadier degli Stereolab ai sempre più convincenti The Smile formati da Thom E. Yorke e Jonny Greenwod dei Radiohead.

 

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - Alt-Pop per l'inverno 2024 da Triste Sunset (24.02.24)

Oggi a Indi(e)pendenze approfittiamo della presenza di Francesco Giordani, firma di Triste Sunset, per suonare i brani alt-pop che più ci hanno tenuto compagnia negli ultimi mesi come Brigitte Calls Me Baby, Radio Free Alice e The Last Dinner Party; in più un nuovo capitolo per l’omaggio alla Sarah Records di Under The Bridge, il ritorno dei latinensi Black Tail e My Life Story e uno sguardo all’America tra giovani rampanti (Packs) e miti inossidabili (Grandaddy).

 

Tutte le settimane, all’interno di Portico, i nostri redattori musicali selezionano una novità discografica che li ha particolarmente colpiti.

Ecco il riassunto dei dischi del cuore di NEU RADIO di febbraio.

Leggi le recensioni e ascolta il podcast per scoprire direttamente dalla loro voce la recensione e gustare un brano del disco.

Laurent Fintoni - All Tomorrow's Archives
Karriem Riggins - To The Jungle 

Considerando quanto Madlib ha preso dalla tradizione di library music per il suo lavoro nel corso degli anni, non è una sorpresa che un giorno si dedicherà a pubblicare album ispirati proprio al stesso stile. La serie Madlib Invazion Music Library porta avanti questa orgogliosa tradizione, con il contributo di vari musicisti e produttori che hanno una sorta di collegamento diretto con Madlib. L'ultima è di Karriem Riggins, un ambasciatore di Detroit e probabilmente uno dei batteristi più interessanti in circolazione oggi. Si tratta di circa 20 tracce di fuoco ritmico, scarabocchi di batteria e ritmi spezzati. Super stile.

Gabriele Savioli - Poptones
BLACK GRAPE - ORANGE HEAD

Tornano un po’ in sordina i Black Grape, la creatura di Shaun Ryder e Kermit nata nella metà degli anni 90 in seguito allo scioglimento degli Happy Mondays. Il nuovo album Orange Head esce a 7 anni di distanza dal precedente Pop Voodoo, il disco del ritorno sulle scene per la band di Manchester. Si tratta di un lavoro a tratti più cupo e intimo rispetto al taglio danzereccio al quale i Black Grape ci avevano abituato, probabilmente la presenza di Youth al basso ed in cabina di regia, ha contributo ad accentuare le atmosfere dark trip-hop che avvolgono l’intero lavoro. Pur mancando in questo Orange Head un titolo o due da singolo, i brani irresistibili che avevano caratterizzato il primo disco per intenderci, rimane il marchio di fabbrica dei Black Grape: quel suono che arriva dritto dal funky anni ’70 mescolato a ritmi hip-hop, con effusioni a tratti latine e qualche evocazione morriconiana. Il tutto accompagnato dal rantolo stonato ma irresistibile di Shaun Ryder e dal toasting di Kermit. Al di là del debole riscontro commerciale che avrà questo lavoro, il fatto che il duo sia ancora in pista ed in grado di produrre musica di questo livello ancora oggi, è già un grande successo

La Betta - Paradisco

Marco Castello - Pezzi della sera

Marco Castello, nonostante la giovane età, si conferma grande raccontatore di storie, nonché talentuosissimo musicista polistrumentista.Nel 2021 con la raccolta Contenta tu ci aveva messo tra le mani un album di fotografie adolescenziali: la gita, la scuola, i cazzi disegnati sul diario, il catechismo. In Pezzi della sera i paesaggi non sono cambiati, ma se potessimo misurare un album esattamente come si misura l'altezza di un ragazzino che cresce, scopriremmo che Pezzi della sera ha distanziato di parecchi centimetri il precedente. L'evoluzione è suggerita in primis dal titolo della prima traccia, in cui Castello sembra prenderci in giro sostituendo una sola lettera: Porsi diventa Porci, il primo è un infinito, mentre il secondo è un groviglio di corpi luminosi e palpitanti. La Sicilia -"isola scaduta"- e il Mediterraneo continuano a manifestarsi in ogni verso, così scorrendo le 10 tracce incontriamo Polifemo, Aretusa coi delfini e la Madonna delle cosce e delle mutandine. Un erotismo un po' selvaggio e brutale, tipico della giovinezza,  penetra nelle orecchie, ma anche negli occhi, grazie ai gelsomini notturni che affollano la copertina. Pezzi della sera è una raccolta di visioni italiche e italiane che non riesci a smettere di ascoltare. Importante la partecipazione di tre grandi musicisti: Lorenzo Pisoni al basso, Stefano Ortisi al sax e Leonardo Barsalona alle tastiere. L'album è prodotto dall'etichetta indipendente Megghiu Suli, fondata da Castello stesso. Buon ascolto!

 

Enzo Baruffaldi - Memoria polaroid - un blog alla radio

Real Estate - "Daniel" (Domino Records, 23 febbraio 2024)

Questa recensione non è per tutti: è dedicata soltanto agli ascoltatori che si chiamano Daniela, Daniele, Daniel, Dan e così via. Ok, non è vero, ma è un po’ quello che, a un certo punto, sembrava stessero dicendo i Real Estate a proposito di questo loro nuovo album: tutto ruotava intorno al nome Daniel da cui – senza motivo apparente – la raccolta prende il titolo.
Messa da parte l’impressione che ci fosse dietro qualche inside joke tirato un po’ troppo per le lunghe, il sesto album della band del New Jersey si rivela una deliziosa combinazione di nostalgia, introspezione e un tocco di crisi di mezza età. In queste undici canzoni si ritrova, al tempo stesso, la tipica disinvoltura di una band oramai matura, che ha messo a punto una formula sonora immediatamente riconoscibile, ma anche la voglia di imprimere nuova freschezza al proprio suono agrodolce. Ed ecco quindi strati di synth dal sapore vintage che si aggiungono alle classiche jangling guitars; ecco canzoni che si stendono verso un crepuscolo country; ecco un romantico calore che avvolge alcune delle tracce più belle, come Victoria o la ballata Interior. I temi dell'album, racconta il cantante Martin Courtney, ruotano attorno al diventare adulti, al disagio esistenziale che galleggia sempre sotto la superficie della quotidianità, e alla ricerca di qualcosa che riesca a non farci perdere in un mondo sempre più a pezzi. Insomma, un po’ le stesse cose che deve affrontare una band che
abbia superato i 15 anni di carriera. Non a caso, le melodie solari e i ritmi languidi da pomeriggio estivo suburbano, che da sempre contraddistinguono la musica dei Real Estate, vengono ogni tanto attraversate da brividi psichedelici e dubbi sul
futuro. Un po’ come se la band avesse riconfigurato il proprio DNA, passando da una genealogia Byrds-REM a una più imparentata con Neil Young e i Grateful Dead. Sarà forse soltanto un modo per ringiovanire, per dare quel tocco di
nevrosi e paranoia che aiuta a mantenere la vita di tutti i giorni più interessante?

Ogni sabato in diretta dalle 12.00 alle 13.00 su www.neuradio.it, va in onda Indi(e)pendenze, un programma a cura di Matteo Maioli, come contenuto esclusivo per lo streaming in collaborazione con gli amici riminesi di Radio Casotto.

Se te lo sei perso, clicca sul titolo per ascoltare le puntate andate in onda a gennaio!

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - Ospiti Bellanotte e Slat (13 Gennaio 2024)

Per la prima Indi(e)pendenze dell’anno ci troviamo al Sidro Club per incontrare i Bellanotte, duo synth-wave cesenate formato da Barbara Suzzi e Edoardo Gasperoni che presenta l’Ep omonimo con il rapper Slat. Lo ascolteremo insieme ad altri loro capisaldi come The Bloody Beetroots e Computerbandit; in appendice le ultime novità indie-rock dall’Italia con Big Cream, Monoscopes e Altre Di B oltre alle good vibes tra nu-jazz e elettronica di Alsogood

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - Ospite Carlo Masu dei CUT (20.01.2024)

Ospitiamo a Indi(e)pendenze Carlo Masu, chitarrista e voce nei CUT e Le Ossa, che ci racconta le ultime dalle sue band oltre a portare in trasmissione della gran buona musica con Thee Hypnotics, Skull Practitioners e Algiers. In appendice Matteo vi offre i dublinesi Sprints, che hanno realizzato con “Letter To Self” un debutto con i fiocchi, e il power-pop dei Class su Feel It Records e Miss Chain & The Broken Heels usciti per la Wild Honey.

 

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - Ospite (da) Pasqui (27 Gennaio 2024)

Ritroviamo a Indi(e)pendenze Francesco Pasquini, Dj in varie realtà riminesi come il Velvet Factory e la Grotta Rossa, per proporre alcune delle migliori uscite di gennaio: Nailah Hunter, Packs, Yin Yin, oltre al cantautorato elegante di Gruff Rhys e Bill Ryder-Jones. Fotografie da Portland con Sleater Kinney e Feeling Figures, il trip-hop di Tirzah e novità da Maple Death.

 

Tutte le settimane, all’interno di Portico, i nostri redattori musicali selezionano una novità discografica che li ha particolarmente colpiti.

Ecco il riassunto dei dischi del cuore di NEU RADIO di dicembre.

Leggi le recensioni e ascolta il podcast per scoprire direttamente dalla loro voce la recensione e gustare un brano del disco

Igor - Cold Wave

AAVV - STAGIONI. Tributo ai Massimo Volume

Le polaroid celebrative di una band unica

Per chi come me ha amato i Massimo Volume, creatura musicale a sé stante nel panorama rock italiano a partire dagli inizi degli anni 90, ascoltare questo dovuto tributo alla band bolognese rappresenta un tuffo nel passato gradevolissimo che mi riporta indietro nel tempo.

Tanti gli artisti italiani che si sono prestati a questa importante collaborazione, alcuni dai nomi importanti, altri meno conosciuti, ma tutti perfettamente in sintonia con il pathos insito nei brani di Mimì & Company, reinterpretati con cura e stile personale. Da segnalare la versione da film thriller anni 70 di Francesco Bianconi dei Baustelle di “Ronald, Tomas e io”, quella di Mauro Ermanno Giovanardi, che plasma, con le tipiche sonorità sincopate a là La Crus, un brano ambient rappresentativo come “Il Primo Dio”, o ancora la splendida e, occorre dire, fedelissima versione (soprattutto per la distaccata voce dell’artista catanese, che rende perfettamente omaggio ad un giovane Emidio Clementi) di La città morta di Cesare Basile, tra le migliori istantanee dell’intero lotto.

Questo tributo ai Massimo Volume è una manifestazione di grande stima da parte di colleghi (tra gli altri, anche il grande Amerigo Verardi, accompagnato da un produttore brindisino, che aprono il disco a nome Maverick Persona con “La processione della Madonna dei porci”), i quali, evidentemente, hanno sentito la primaria esigenza di rendere finalmente, dopo 30 anni di onorata carriera, il giusto omaggio ad una delle band più innovative in assoluto della storia del rock italiano. Una band che, con grande maestria e consapevolezza dei propri mezzi, anche letterari, ha mescolato spoken word e post rock a stelle e strisce (quando il post rock ancora non lo conosceva nessuno), sfornando una proposta musicale assolutamente originale ed unica.

Parafrasando il verso di un brano di un loro grande fan (Manuel Agnelli, che, per impegni vari, non ha potuto partecipare all’italico tributo), non si esce vivi e non si uscirà mai vivi dalla musica dei Massimo Volume. Concludo con un consiglio: recuperate un bel documentario su di loro di qualche anno fa, lo trovate on demand sulla piattaforma Sky.

La Totta - Uniquest

Sleater-Kinney - Little Rope

Era il 1994 quando Corin Tucker e Carrie Brownstein fondano le Sleater Kinney. A trenta anni di distanza il loro sodalizio artistico e il loro rapporto umano prosegue più saldo che mai nonostante nel frattempo siano accadute diverse cose nella storia artistica della band: uno iato di 10 anni e l’abbandono dell’insostituibile batterista Janet Weiss, avvenuta dopo l’uscita dell’album prodotto da St. Vincent nel 2019. In questo lungo periodo il duo di Portland ha acquisito sempre più solidità, connessione e coesione stilistica.

Little Rope è un disco che nasce ed è permeato da un evento tragico, che le ha viste unite prima nella vita che artisticamente. Nel 2022 la Tucker, incaricata dall’ambasciata americana perché unico contatto reperibile indicato sul passaporto della Brownstein, deve darle la tragica notizia della morte in un incidente stradale della madre e del patrigno durante una vacanza in Italia. Già al lavoro per il loro undicesimo disco, la notizia ne cambia radicalmente il contenuto. Ne nascono dieci tracce per elaborare il dolore, dove quella little rope risuona come un appiglio per non sprofondare, per risollevarsi a vicenda. Il compito di raccontare del dolore, tramite le corde della voce è,  per la prima volta, affidato completamente alla Tucker, l'appiglio a cui aggrapparsi, con le corde della chitarra, è della Brownstein. Corde che le legano su un fronte comune, in un lavoro raffinato, stratificato, potente e lucido, il più robusto degli ultimi anni - dopo No Cities to Love del 2015 - e il loro disco più cupo dopo The Hot Rock del 1999 - che conferma ancora una volta le Sleater-Kinney come una delle migliori band rock di sempre. Un disco che tocca le corde di chi lo ascolta.

MorraMc - Class+ / Beats in the Garden

The Future Sound Of London  - Pulse Five

L' etichetta belga De:tuned festeggia 15 anni con un'ampia serie di nuove uscite nel corso del 2024. Protagonisti i pionieri britannici della musica elettronica The Future Sound Of London sono i protagonisti per celebrare questo quindicesimo anniversario.

Il suono inimitabile di Future Sound Of London con "Pulse Five", quinto capitolo e il seguito della classica serie Pulse EP. "Pulse Five" contiene 8 tracce di materiale su nastro DAT inedito dei primi anni '90. Queste registrazioni vintage inaudite risalgono all'era dei tanto ricercati singoli classici delle FSOL e dell'acclamato album Accelerator. Un lavoro rave visionario guidato dalla tecnologia sotto i loro alias iconici come Mental Cube, Indo Tribe, Yage e una rara traccia Smart Systems. Un piccolo disco di pura genialità per l'iconico duo al massimo della forma.

Venerdì 22 dicembre

-

Celebriamo i migliori dischi, concerti, film, mostre, spettacoli teatrali e libri del 2023 insieme alle redattrici e ai redattori della radio!
Sintonizzati sulle frequenze digitali di NEU RADIO ( www.neuradio.it ) e scopri il meglio di quest'anno!

Se te lo sei perso recupera il podcast QUI

Tutte le settimane, all’interno di Portico, i nostri redattori musicali selezionano una novità discografica che li ha particolarmente colpiti.

Ecco il riassunto dei dischi del cuore di NEU RADIO di ottobre.

Leggi le recensioni e ascolta il podcast per scoprire direttamente dalla loro voce la recensione e gustare un brano del disco

Max Bello - Seed

Pubblicato lo scorso 17 novembre è il frutto della collaborazione tra Ali Sethi, cantante e compositore di origini pakistane noto per i suoi esperimenti con il ghazal (proprio della tradizione araba) e il poliedrico Nicola Jaar, artista cileno con base a NY, nominato nel 2020, per chi lo conoscesse, tra i produttori elettronici più influenti del decennio da NPR (National Public Radio).

L'intervento di Sethi, con la sua voce cruda e intima  trasforma l'approccio impersonale di "Telas", precedente lavoro di Jaar uscito nel 2020, arricchendolo con le emozioni profonde umane, trasmesse dalla sua malinconica ed energica voce, con l'impiego di liriche che non danno un messaggio ben distinto "Niente di cosa vedo/Niente di  cosa sono" come nel caso del qawwali (tradizione musicale sacra nata in Afghanistan oltre 700 anni fa).

Suoni rarefatti e ambientazioni profonde, quasi religiose, vengono interrotte da "Muddat" l'unica canzone dell'album con una melodia chiara, dinamica, che travolge tutti.

Un ascolto disattento potrebbe far sembrare Intiha un lavoro monocorde, piatto, quanto in realtà è estremamente profondo. In un momento storico-sociale in cui ci troviamo a vivere, c'è forse bisogno di trovare il tempo per fermarsi e meditare su noi stessi e quello che ci circonda, e probabilmente l'ascolto di questo disco ci potrebbe aiutare.

Alberto Simoni - Area Contaminata

David Holmes – ‘Blind On A Galloping Horse’  (Heavenly Records)

‘Blind On A Galloping Horse’ segna il ritorno di David Holmes, dj, musicista e produttore di Belfast, a 15 anni di distanza dal suo precedente album solista ‘The Holy Pictures’. Durante questo lungo periodo, Holmes non è certo rimasto lontano dallo studio di registrazione, avendo pubblicato diverse colonne sonore, sia per film che per serie tv, nonché alcuni lavori con la band degli Unloved. L’album è stato anticipato da alcuni singoli usciti solo in digitale: ‘Hope is the Last Thing To Die’ nel 2021, ‘It’s Over If We Run Out Of Love’ co-scritta con Noel Gallagher nel 2022, ai quali hanno fatto seguito più recentemente ‘Necessary Genius’, toccante omaggio agli outsiders e mio personale inno del 2023 e in ultimo Stop Apologising’.                                                                                                                     Una novità importante rispetto ai suoi lavori precedenti è rappresentata dalla presenza in quasi tutti i brani di Raven Violet, figlia dei due musicisti di Los Angeles che, assieme a David Holmes hanno dato vita al progetto Unloved. La voce della giovane Raven Violet, austera ed emotiva allo stesso tempo, aggiunge ulteriore forza ai già potenti testi, dal tono decisamente politico, scritti da Holmes e risulta perfetta per accompagnare le affascinanti linee di synth create dal produttore irlandese. In conclusione, ‘Blind On A Galloping Horse’ è un disco pienamente riuscito e rappresenta la colonna sonora ideale per questi tempi molto duri e turbolenti che stiamo attraversando.

Laura Marongiu - Solaris

Actress - LXXXVIII (Ninja Tune)

Nona fatica in studio per il musicista londinese Darren Cunningham, LXXXVIII (88) è il risultato di 25 anni di attività e gravitazione nel mondo della composizione elettronica. Resident Advisor lo ha definito "Actress at his most Actress" e, in effetti, con il nuovo LP Darren Cunningham sembra aprirci le porte al suo universo fatto di downtempo straniante, grooves e soul distorto. Rinunciando agli artisti ospiti e concentrandosi sulla natura ripetitiva del suo lavoro più familiare, LXXXVIII (88) si concentra su pianoforte, elettronica e voce, basandosi sul disco Dummy Corporation dell'anno scorso, esplicitamente orientato ai club. Aggiungendo una sfumatura di jazz a uno dei suoni più riconoscibili della musica dance, l'LP è eclettico e confortante, progettato per far agitare e rilassare allo stesso tempo.

Ogni sabato in diretta dalle 12.00 alle 13.00 su www.neuradio.it, va in onda Indi(e)pendenze, un programma a cura di Matteo Maioli, come contenuto esclusivo per lo streaming in collaborazione con gli amici riminesi di Radio Casotto.

Se te lo sei perso, clicca sul titolo per ascoltare le puntate andate in onda a dicembre!

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - Ospite Alessandro Hicks (02.12.2023)

Oggi a Indi(e)pendenze ritroviamo Alessandro Mazzanti, ideatore della trasmissione The Magic Sugarcube in onda su Contatto Popolare Network, per fare un punto anche con lui sulle migliori uscite del 2023 con focus su PJ Harvey, Yo La Tengo, Everything But The Girl e sul talento cantautoriale di Youth Lagoon, Marika Hackman e Family Stereo.

Indi(e)pendenze meets Kalporz w/Matteo Maioli - Dicembre 2023 (09.12.23)

Per l’edizione dicembrina di Indi(e)pendenze meets Kalporz iniziamo a tirare le fila del 2023 di Samuele Conficoni, musicista con la passione di Bob Dylan e collaboratore del sito, che spaziando nei generi elegge Julie Byrne, L’Rain, Sofia Kourtesis e Marina Herlop. In playlist anche Dot Allison, Maiiah & The Angels of Libra, la canzone di Natale degli Eels e un tributo a Shane MacGowan.

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - A Triste End Of The Year (16.12.2023)

Oggi a Indi(e)pendenze ritroviamo Francesco Amoroso, redattore di Triste Sunset e Rockerilla, per ascoltare gli ultimi lavori di Sufjan Stevens, Junkboy, Sam Burton e Dancer oltre a parlare delle recensioni di Matteo per il sito romano sugli album di Feist, Rat Columns e David Holmes.

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - Il Mixtape delle Feste! (23.12.2023)

La crew di Indi(e)pendenze vi augura buone Feste con la musica che non avevamo ancora passato quest’anno, con novità, chicche e ristampe, dallo space-rock dei Sun Dial al beat revival dei Poppermost, oltre a Lucinda Williams, Fixtures e The Exploding Hearts.

Tutte le settimane, all’interno di Portico, i nostri redattori musicali selezionano una novità discografica che li ha particolarmente colpiti.

Ecco il riassunto dei dischi del cuore di NEU RADIO di ottobre.

Leggi le recensioni e ascolta il podcast per scoprire direttamente dalla loro voce la recensione e gustare un brano del disco

Enzo Baruffaldi - "Memoria polaroid" - un blog alla radio

Truth Club - "Running From The Chase" (Double Double Whammy, 2023)

Si intitola "Running from the Chase" ed è il secondo album dei Truth Club, band con base a Raleigh, North Carolina, che aveva esordito nel 2019 con Not An Exit. L’evento più importante capitato alla band nel passaggio tra i due dischi è stato certamente un cambio nella formazione: ai tre componenti originali della band, e cioè il cantante e chitarrista Travis Harrington, la batterista Elise Jaffe e il bassista Kameron Vann, si è aggiunta la chitarrista, bassista e cantante Yvonne Chazal. Questo ha portato, di conseguenza, anche un cambiamento nel metodo e nello stile di scrittura delle nuove canzoni, ora più collettivo, avventuroso e aperto. Da un suono che si muoveva tra energico pop-punk e garage rock cantato a squarciagola, i Truth
Club hanno maturato oggi un carattere più introverso, prediligendo trame più complesse, chiaroscuri post-punk, strutture mutevoli che a molti hanno ricordato i Sonic Youth e i Polvo.
La forma, al tempo stesso tesa e compressa, travolgente e sofisticata, delle nuove canzoni contenute in "Running from the Chase" riflette ancora meglio i temi dei testi, sospesi tra racconti di malessere quotidiano, malinconia giovanile ma anche un certo cauto ottimismo. Dalle chitarre torbide emergono improvvisi lampi di laboriosa consapevolezza: come spiega la quasi Pavementiana canzone "Dancing Around My Tongue", “tutte le parole che canteremo / sono tutte quelle che abbiamo risolto / sistemato in una nuova forma / danzando attorno a questo posto migliore.”
Per dirla con una battuta, non tutto l’emo viene quindi per soffrire, e "Running from the Chase" è un disco che questa sofferenza e questo tormento li attraversa sì, ma per andare oltre e guardare avanti.

Luca Garuffi - Stagione Zero

Daykoda - Uno

Riuscire a mettere d'accordo quasi all'unanimità smanettoni di elettronica, beatmakers e tradizionalisti jazz è davvero una chimera difficile anche solo da immaginare. UNO di Daykoda ce la fa, toccando tutti poli ma non scendendo a compromessi con nessuno di essi.
Dagli esordi massicciamente influenzati dai ritmi sghembi alla FLying Lotus di "Hard times and viewpoints" del 2017, passando per due ottimi album come "All of me" e soprattutto "Physis", che iniziavano a far percepire più complesse potenzialità compositive, si arriva ad un (speriamo momentaneo) apice con questo UNO, appena uscito per La Tempesta, che prende il meglio degli spunti del passato e li rimescola e mette in riga. La capacità sorprendente di Andrea Mangia è quella di saper fare casino, tenendo tutto sotto controllo; di dare spazio a virtuosismi suoi e dei suoi compagni di avventura Andrea Dominoni, Riccardo Sala e Matteo D’Ignazi, senza scivolare nella stucchevole dimostrazione di bravura.
Tantissimi strati si addensano e si dileguano nelle dodici tracce dell'album: sfiorano il soul con il singolo Anybody Else featuring Jason Wool; esplodono di frenetico jazz in The Process con il bassista Noah Denton, che qui da un cinque alto a Thundercat. Abbracciano l'hip hop con Ayana insieme al polistrumentista scozzese corto.alto; si sciolgono in momenti quasi lisergici grazie alla chitarra liquida di Ode to infinite.
Un album pieno di cose. Tutte al loro posto.

Albi Bello - Museek:Reponse

Actress - LXXXVIII

 

Sono stato indeciso fino all’ultimo tra il nuovo lavoro di Aisha Devi su Houndstooth e il ritorno su Ninja Tune di Actress, che ho infine decretato come mio disco della settimana. Dopo essere stato anticipato da un paio di EP, Eigthty-eight è uscito completamente il 3 novembre i digitale vinle doppio o triplo Limited Edition e cassetta e per complessità, ricchezza e citazioni è un tributo cervellotico al gioco degli scacchi, filo conduttore del disco che, per intrecci, estetiche cupe e fini tatticiasmi sonori, sfida ogni sfumatura dell’elettronica contemporanea, dall’ambient al clubbing e, tra sample “alla vecchia” e tecnicismi moderni, manda facile l’ascoltatore in scaccomatto. Fine stratega Actress e puro talento.

 

Cristian Adamo - Lains for Lions
Kamaal Williams - Stings 
Stings è il terzo album solista di Kamaal Williams, conosciuto anche con il suo nome di battesimo Henry Wu. Composto e registrato durante il covid tra Los Angeles e Chicago, Stings è una coerente evoluzione dei due lavori precedenti. Seppure l'impronta della scena jazz South-London rimane una marca distintiva di Kamaal Williams le 15 tracce dipingono un affresco più articolato che risente delle influenze impressioniste di Claude Debussy, oltre ad elementi hip-hop e ritmi minimal elettronici.
Ci sono molti richiami in questo album che rimandano all'avanguardia jazz/funk degli anni 70, le colonne sonore e una tensione verso l'esplorazione di altri universi sonori e culturali come la tradizione musicale taiwanese, la fede musulmana e la cultura del sud est asiatico. Nella composizione e registrazione dell'album si è avvalso della collaborazione di Miguel Atwood-Ferguson per gli arrangiamenti, il bassista Sharay Reed (Urban Knights), la violinista Stephanie Yu, DJ Harrison, il batterista Greg Paul, il tastierista Brian Hargrove e il sassofonista Quinn Mason.
Stings è un ottimo album, uscito forse un po' in sordina e  al momento solo in digitale, che sembra essere un preludio a nuovi percorsi musicali di Kamaal Williams.

 

Ogni sabato in diretta dalle 12.00 alle 13.00 su www.neuradio.it, va in onda Indi(e)pendenze, un programma a cura di Matteo Maioli, come contenuto esclusivo per lo streaming in collaborazione con gli amici riminesi di Radio Casotto.

Se te lo sei perso, clicca sul titolo per ascoltare le puntate andate in onda a novembre!

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - Un primo best of 2023 feat. Marta Musincanta (04.11.2023)

Oggi a Indi(e)pendenze si inizia a fare il punto delle migliori uscite del 2023 anche con l’aiuto di Marta Ileana Tomasicchio, conduttrice di Musincanta in onda sulla riminese Radio Icaro: dagli Yo La Tengo agli RVG passando per gli Autobahn ci concentriamo su sonorità tra indie e new-wave. Inoltre novità da Hannah Jadagu, The Murder Capital e Teenage Fanclub.

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - Ospite Marta Del Grandi (11.11.2023)

Emozionatissimi ospitiamo a Indi(e)pendenze Marta Del Grandi, cantautrice e polistrumentista milanese di fama internazionale, per ascoltare tre brani dai suoi due album pubblicati da Fire Records e una playlist scelta insieme che abbraccia Youth Lagoon e Marta Tenaglia, passando per Fortunato Durutti Marinetti e i mitici Crime & The City Solution.

Indi(e)pendenze w/Matteo Maioli - Ospite Girless (18.11.2023)

Oggi a Indi(e)pendenze scopriamo l’ultimo bellissimo disco di Girless, appena pubblicato dalla To Lose La Track, raccontandolo con lo stesso Tommaso Gavioli; in più c’è un altro recap del 2023 con gli album di Wednesday, The Van Pelt, Robert Forster e novità da Any Other e F4.

 

Indi(e)pendenze meets Kalporz w/Matteo Maioli- Novembre 2023 (25.11.23)

Indi(e)pendenze meets Kalporz per il mese di Novembre 2023 accoglie Monica Mazzoli, titolare anche del blog GoingUnderground.it, per raccontarci i nuovi dischi di ML Buch, Jalen Ngonda e Joe Ziffer, oltre a grandi nomi come Lambchop e The Clientele e la scoperta Felipe Orjuela.

Tutte le settimane, all’interno di Portico, i nostri redattori musicali selezionano una novità discografica che li ha particolarmente colpiti.

Ecco il riassunto dei dischi del cuore di NEU RADIO di ottobre.

Leggi le recensioni e ascolta il podcast per scoprire direttamente dalla loro voce la recensione ed ascoltare un brano del disco

MorraMc - Class+

Yussuf Dayes - Black Classical Music

Disco d'esordio per Yussuf Dayes, già questa sembra una notizia, il batterista britannico infatti dal 2016 con il clamoroso Black Focus, in compagnia del tastierista Kaamal Williams, è sulla bocca di tutti coloro che seguono le evoluzioni del jazz e delle sonorità black.

Black Classical Music è un tentativo, quasi sempre riuscito nelle 19 tracce, di fare il punto in modo libero ed estremamente vario di mettere assieme classico e innovazione per raccontare le sonorità che lo coinvolgono, tutto questo in compagnia di una serie di ottimi musicisti e una qualità impressionante di guests.
Laurent Fintoni - All Tomorrow's Archives
Boldy James & Sterling Toles - Manger On McNichols 
+ Sterling Toles - The Sound of Manger On McNichols (instrumentals) 

Il senso del luogo può essere coltivato in molti modi, e molta della musica che amo ha qualcosa di essenziale del luogo in cui è stata creata. Oggi questa sensazione è forse più difficile da trovare, il che non è un male, ma è diverso: il mondo non è più ancorato ai luoghi fisici come un tempo. Tuttavia, ogni tanto si trova musica che cattura la magia del luogo e del tempo da dove viene. Manger On McNichols è uno di questi album, un album che avrebbe potuto essere realizzato solo a Detroit, che parla della vita a Detroit, che suona come la vita a Detroit e che è stato creato da un cast di musicisti di Detroit che abbraccia diverse generazioni, stili e scene. È un album di rap, ma è anche molto di più: è una finestra sulla morte e sulla rinascita, sul dolore e sulla gioia e, come spiega Sterling Toles, sulla natura ciclica della vita.

 

Gabriele Savioli - Poptones 

The Coral - Sea of Mirrors

Il nuovo lavoro dei Coral esce a soli due anni di distanza dal precedente doppio album Coral Island. Sea of Mirrors è stato definito dalla band stessa una “surreale colonna sonora di un ipotetico spaghetti western”, in realtà è una metafora della società britannica, sempre più in decadenza. Le storie raccontate dal quintetto di Liverpool hanno protagonisti reietti, sbandati, personaggi ai margini della società, storie magnificamente accompagnate da un corredo sonoro che ha reso i Coral fra gli interpreti più importanti e credibili del panorama musicale del nuovo millennio. Tredici racconti quindi, raccontati con delicatezza e, perché no, un po’ di tristezza tramite un country folk di matrice Byrds, corredato da arrangiamenti mai invadenti che sovente ci portano al west coast sound di fine sixties ed alle ballads tipiche di autori quali Lee Hazlewood. Proprio come i maestri citati ogni membro della band canta i brani da esso composti, caratteristica che contraddistingue da sempre i Coral. La produzione di Sean O’Hagan (Stereolab, High Llamas, ecc) che impreziosisce e sgrezza il suono della band senza mai essere invadente o ridondante, è la proverbiale oliva nel Martini.

La Betta & Banderas di Paradisco
Soulance - Beautiful
Il duo francese attivo dal 2009 nato dalla accoppiata Fulgeance e DJ Soulist,  ha pubblicato il 6 ottobre la loro ultima fatica: Beautiful.
Tranquillə, nulla a che vedere con l'epica serie tv che da anni popola i televisori nostrani.
Le quindici tracce sembrano la colonna sonora di una festa al centro della jungla. Suggestioni acide di un decadente passato coloniale? Non ci è dato saperlo, ma qui si balla e l'impressione è quella di sbocconcellare le tracce come spicchi di un frutto maturo, dolce e generoso.
Il plot è perfetto: c'è un esordio, uno sviluppo e una conclusione-manifesto. Anche la compagnia è ottima: Jenny Penkin, Joao Selva e Kaloune prestano la loro voce creando le coordinate perfette di un viaggio che viene subito voglia di rifare.
L'album scorre rapido ed è difficile confinarlo in una categoria, ma dopotutto nemmeno il duo sa definirsi e a noi poco importa delle etichette.
Facciamo così: Beutiful è un album che va bene sia per il giorno che per la notte.